Ivi trovammo una sorpresa: il portone era aperto, e a tenerlo aperto
era il corpo senza vita di una guardia! Entrammo: molte altre, decine,
giacevano riverse sul suolo, nel cortile e anche all'interno della villa.
Cautamente, ci introducemmo in una grande stanza sulla quale troneggiava una
balconata raggiungibile da uno scalone. Su di essa, c'erano due uomini, che
tenevano in mano una donna orientale, evidentemente O Ren. Non appena li
vedemmo, percepimmo che non erano essere comuni; non erano nemmeno spiriti, ma
albergava in loro qualcosa di sovrannaturale. Forse anche loro avvertirono
qualcosa in noi, perché ci trattarono con una sorta di sprezzante ironia, dopo
aver ucciso la donna. Dissero di chiamarsi Vincent Vega e Jules Winnfield ma
quando si udirono dei passi provenire da un corridoio d'accesso, asserirono di
doversene andare, e lo fecero in modo spettacolare: ad un loro cenno, si aprì
nel nulla un vortice, nel quale si tuffarono.
Non avemmo il tempo di pensare a loro: dieci felloni ci aggredirono, ma
ebbero cattiva mercede della loro viltà. In pochi minuti, giacevano tutti al
suolo morti. Solo una fanciulla, d'aspetto orientale, armata di una sorta di
mazzafrusto ed estremamente agile si batté con valore, riuscendo anche a
distruggere in modo quasi irreparabile il corpo ospite di Ozzy. Ammirato dalla
sua valentia, avrei voluto risparmiarle la vita e, invece di colpirla, mi
limitai ad immobilizzarla. Ne approfittai per chiederle chi fosse e cosa
sapesse di O Ren, che la ragazzina considerava una sorta di madre, ma ella era
troppo disperata per parlarne.
Decidemmo di salire nello studio, indicatoci dalla fanciulla, alla
ricerca di tracce. Prima, però, Ozzy mostrò tutta la sua viltà: del resto, se
lui stesso è privo di valore, come può riconoscere e rispettare quello altrui?
Con un ignobile raggiro, indusse la giovinetta ad afferrare la sua chitarra, e
così prese possesso del suo corpo, uccidendola.
Non c'era tempo per litigare, salimmo e fra le carte scoprimmo
circostanze molto interessanti. L'azienda della famiglia di Nancy Callahan produceva
armi, per lo più armi bianche. Ma l'aspetto più curioso erano gli indirizzi
delle consegne: molti erano in luoghi come “via delle Anime Fraudolente, 666,
Averno”, o “Corso Lussuria, 69, Inferi”. In ultimo rinvenimmo alcuni appunti
riportanti lo nome Hattori Hanzo, divenne il nostro prossimo obbiettivo.
di Ludovico Jacopo Ariosto
di Ludovico Jacopo Ariosto
Vincent Vega e Jules Winnfield ... per la miseria...
RispondiEliminaMi pare che le citazioni da B movie si sprechino hihi
... è una figata sta storia, non mi divertivo così d auna vita e non sono finite, credimi...
RispondiElimina