I
cinque lingotti d'oro richiesti ci furono recapitati con notevole rapidità, e
sei sparirono rapidamente nella borsa del signor Wolf. Nell'attesa, comunque,
alcuni di noi decisero di non dissipar tempo, benché nei fatti le loro
occupazioni si siano protratte ben più del tempo necessario a ricevere il
materiale.
Ozzy
decise di aver bisogno di abiti nuovi, perché le sue discinte vesti lo
imbarazzavano o, più probabilmente, era irritato dalla circostanza per cui, pur
avendo più volte provato a servirsi a scopi utilitaristici delle proprie grazie
offrendole a chicchessia, erano state sempre rifiutate: meglio celarle, dunque.
Il Curte lo accompagnò, ed uscirono dal mio orizzonte. Nel frattempo, Rocco si
dedicò a insidiare la poco custodita virtù di una procace signorina, la cui
coda di demone rendeva lecito dubitare la sua appartenenza al genere umano, ed
io ed Alessandro ordinammo un vino, che si rivelò invero eccellente.
Stavamo
ancora sorseggiandolo, in compagnia del signor Wolf, oramai pagato, quando
ritornarono Ozzy e il Curte, vestiti a nuovo. Vorrei nascondere questa onta
della compagnia con la quale mi accompagno, ma mi sono ripromesso di essere
fedele nel racconto, sicché non posso tacere che Ozzy mosse gran villania ad
una fanciulla (o almeno così mi fu raccontanto), inducendola financo al pianto,
quando mozzò con un morso l'esile capo del suo minuscolo cane da compagnia,
invero appartenente ad una razza curiosa quanto inutile, nota come chiwawa.
Del
resto, la punizione incombeva su di lei: con i suoi abiti nuovi e costosissimi,
tra l'altro filati da un sarto italiano (Armani), dovette subito seguirci giù
per le fogne di Los Angeles, i cui cunicoli percorremmo per un paio d'ore prima
di trovarci di fronte ad una enorme porta circolare, alla quale il Sig. Wolf
bussò con un complicatissimo codice di circa un minuto, al seguito del quale la
porta si aprì rivelando una meravigliosa, enorme biblioteca. Vi si trovavano
anche il Furioso nella copia da me manoscritta (che emozione tenerla fra
le mani dopo secoli!) e una copia del Sine Requie, che il bibliotecaio
fece autografare dal Cutre.
Messo
a tacere Rocco assegnandogli una copia del Kamasutra, il bibliotecario, su
richiesta di Wolf, ci spiegò la difficile questione nella quale ci eravamo
cimentati: l'ingresso alla fortezza della Yakuzia (dentro la quale avremmo
dovuto cercare l'alleanza della figlia del boss e recuperare un libro di magia
rubato alla meravigliosa biblioteca nella quale ci trovavamo) era tutt'altro
che agevole, e anche il passaggio segreto che ci avrebbe indicato era vigilato,
nel luogo chiave di un ponte, da un demone, il quale ci avrebbe lasciato
passare solo se fossimo stati in possesso di un monile, ora nelle mani di un
certo Top Dollar.
Ossia,
il vampiro più potente di Los Angeles.
Autoincensazione!
RispondiEliminaComunque: scritte grigio scuro su sfondo nero. V'odio. :P
Lascia perdere non sono riusicto a cambiarle in nessun modo, non so assolutamente come ci sia riuscito!!! ;-)
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